Gli occhi di Lee Miller li conoscete, ma non è l'unica cosa che vale la pena sapere di lei

Viola Ricci, VOGUE, Novembre 4, 2022
MODELLA, ICONA DI STILE, FOTOGRAFA DI GUERRA, COMPAGNA E ISPIRATRICE DI MAN RAY E PROTAGONISTA, INSIEME A LUI, DI UNA NUOVA MOSTRA A VENEZIA
 
1927. Lee Miller. Sulla cover di Vogue US guarda dritto negli occhi l'osservatore con il collo incorniciato da perle, rossetto e sguardo fiero. Siamo nei ruggenti Anni Venti e nessuno sospetta che, anni più tardi, Miller avrebbe raccontato gli orrori della guerra mondiale sulle stesse pagine. Icona di stile dopo aver incontrato Condé Montrose Nast a Manhattan a diciannove anni, modella, ispirazione per Man Ray, Pablo Picasso e Jean Cocteau, testimone del suo tempo e del dramma del conflitto. 
Man Ray - The Tears (Les deux yeux, le nez et les larmes) 1930 (1988)
Collezione privata, Courtesy Fondazione Marconi, Milano © Man Ray 2015 Trust / ADAGP - SIAE - 2022
 
Mentre è in lavorazione un film biografico dedicato alle sue multiple vite, che ha come protagonista Kate Winslet (Lee, In uscita nella primavera 2023), una nuova mostra a Palazzo Franchetti a Venezia, "Lee Miller - Man Ray. Fashion, Love, War" (dal 5 novembre al 10 aprile 2023) indaga il lato privato di Miller e le collisioni creative che hanno costellato la sua vita. Miller fotografata e occhio che osserva, modella, artefice di reportage di guerra e simbiosi artistiche. Non musa ma mente creativa, è stata lei a scoprire e a far arrivare all'orecchio di Man Ray i segreti sulla tecnica fotografica della solarizzazione che lui adottò come firma. Ancora Lee Miller colta dall'obiettivo di George Hoyningen-Huene che la ritrae androgina mentre indossa tuta e scarpe da ginnastica elegante come fosse cinta da un cocktail dress. E ancora accanto a uno dei giganti dell'obiettivo, Horst, mentre entrambi di spalle guardano l'orizzonte, scattati ancora da George Hoyningen-Huene. 
 
L'esposizione, curata da Victoria Noel-Johnson, riunisce circa 140 fotografie di Lee Miller e di Man Ray, alcuni oggetti d'arte oltre a contributi video. Un viaggio attraverso i mille volti di Miller, regina dei servizi di moda patinati dopo l'incontro con Condé Nast quando aveva solo diciannove anni. E ancora il sodalizio creativo con George Hoyningen-Huene a Parigi. Il focus principale della mostra coincide con gli anni in cui i passi di Lee Miller incrociano quelli con gli amici Max Ernst, Pablo Picasso, Salvador Dalí e  Jean Cocteau che la coinvolse nel suo film surrealista  Le sang d'un poète (1930), pellicola in cui interpreta una dea contemporanea. 
 
Man Ray - Le baiser (Lee Miller) 1930 (c.1980)
Collezione privata, Courtesy Fondazione Marconi, Milano © Man Ray 2015 Trust / ADAGP - SIAE - 2022
 
Guardando le immagini in mostra emerge soprattutto lo scambio intellettuale e creativo con Man Ray iniziato nel 1929, quando Miller si trasferisce a Parigi. A chi le chiederà anni più tardi come è diventata fotografa, lei risponde: "Il miglior modo era studiare da un maestro come Man Ray!". Lo scambio tra i due che scorre parallelo a una bruciante relazione sentimentale non ricalca lo stereotipo del genio e della musa. Come testimoniano gli scatti in mostra, alcuni in passato erroneamente attribuiti a Man Ray ma realizzati da Miller, sia nei celebri ritratti che nelle scomposizioni, uno su tutti The Neck (Il Collo) del 1930, lo sguardo di entrambi è ossigeno creativo, studio sulla sinuosità plastica del corpo e di tecniche (come la solarizzazione) fotografiche allora pionieristiche. 
Man Ray - Lee Miller's Lips, 1931 (1978)
Collezione privata, Courtesy Fondazione Marconi, Milano © Man Ray 2015 Trust / ADAGP - SIAE - 2022
 
L'esposizione racconta anche il periodo successivo alla relazione con Man Ray, quando Miller nel 1932 torna a New York e apre un suo studio fotografico di successo, periodo in cui Man Ray, accecato dall'ira per la separazione da Lee, nell'intento di cancellarne il ricordo, sostituisce nel 1933 l'occhio sul braccio del suo celeberrimo metronomo Perpetual Motif (Moto perpetuo) con quello dell'amata. Dopo un periodo di allontanamento i due diventeranno amici fino alla morte di lui, avvenuta il 18 novembre 1976. 
Lee Miller - Portrait of Space, Al Bulwayeb, Near Siwa, Egypt, 1937
© Lee Miller Archives England 2022. All Rights Reserved. www.leemiller.co.uk  Lee Miller
 
Un altro un capitolo è dedicato all'Egitto, alle scoperte avvenute quando Lee Miller nel 1934 si trasferisce dopo aver sposato un uomo d'affari e aver trasformato una rete o una zanzariera squarciata che guarda l'orizzonte in un famosissimo scatto Portrait of a Space che ispirò persino René Magritte a dipingere Le baiser. C'è anche posto per l'ultima parentesi londinese, quando Lee Miller, raccogliendo le ispirazioni colte dal suo sguardo nel corso di una vita, le restituisce lavorando per Vogue UK e trasformando servizi di moda in ricordi autobiografici legati agli scambi con Man Ray o Dora Maar, sua grande amica. Alla morte di Lee Miller, nel 1977, non in molti sapevano che quello che era custodito nel suo archivio, tenuto segreto negli anni della guerra, era un immenso tesoro che conteneva migliaia di negativi. Almeno fino a quando il figlio, Antony Penrose, solleva il velo sul corpus racchiuso  nell'attico della madre. E la storia di Lee Miller prende respiro. Fino a oggi. 
 
Man Ray - Perpetual Motif, 1923 (1971)
Collezione privata, Courtesy Fondazione Marconi, Milano © Man Ray 2015 Trust / ADAGP - SIAE - 2022