Kengo Kuma: Onomatopoeia Architecture

Valentina Grossmann, Detail, Luglio 10, 2023

Model Asakusa Cultural Tourist Information Center

© Kengo Kuma & Associates.

 

La retrospettiva Kengo Kuma: Onomatopoeia Architecture, che ha luogo a Palazzo Cavallli-Franchetti a Venice, espone circa 22 modelli di alcuni degli edifici più significativi dell'architetto giapponese. La mostra è incentrata sul dialogo tra persone e materiali, così come sul coinvolgimento di Kuma nei confronti dell'onomatopea, ovvero la creazione di parole attraverso l'imitazione di suoni.

 

View of the exhibition on the model art center Besançon and Cité de la Musique

© Kengo Kuma & Associates

 

ONOMATOPEA

“In questo dialogo, non uso solitamente un linguaggio influenzato dalla logica. E quando lo uso, è impossibile fare in modo che la gente mi capisca. Per questo uso sempre l'onomatopea. Materiale e corpo parlano tra loro, e risuonano quando si usa questo linguaggio primordiale” afferma Kuma.

 

Il percorso della mostra comincia nel giardino dello storico Palazzo Franchetti, dove Kuma ha creato un padiglione temporaneo di cinque metri e in alluminio, che può essere visto sia dal Canal Grande e dal Ponte dell’Accademia. Continua nello scalone, che presenta un'altra installazione sperimentale: una delicata scultura in legno che esprime le onomatopee “tsun tsun” e “zure zure”.

 

Model Sunny Hills Japan

© Kengo Kuma & Associates

 

ARCHITETTURA E TRADIZIONE

Il livello superiore presenta modelli e fotografie che illustrano la carriera di Kuma e la sua speciale inclinazione verso i materiali usati nei suoi edifici. Kuma cerca di comprendere i luoghi in cui realizza i suoi progetti, e di creare un'architettura che sia tanto aperta all'ambiente circostante quanto radicata nel suo contesto e nella storia. Per questo motivo studia approfonditamente ogni luogo prima di preparae uno schizzo o un modello.

 
 

Model Mont-Blanc Base Camp

© Kengo Kuma & Associates

 

Per i suoi progetti, guarda alla tradizione giapponese e ai suoi materiali preferiti: legno, carta e metallo. Nella sua visione, le superfici non si rivolgono solamente al senso della vista, ma anche a quelli dell'olfatto e del tatto. Questa visione sarà chiarita in otto sale espositive fino al 26 novembre 2023.