Greenhouse: Padiglione Portogallo alla 60. Esposizione Internazionale d'Arte - La Biennale di Venezia 2024

20 Aprile - 24 Novembre 2024 
10.00 - 18.00

 'Greenhouse', il progetto collettivo delle artiste-curatrici Mónica de Miranda, Sónia Vaz Borges e Vânia Gala, rappresenterà il Portogallo alla 60. Esposizione Internazionale d'Arte - La Biennale di Venezia, 20 aprile - 24 novembre 2024.

Le artiste creeranno un "giardino creolo" a Palazzo Franchetti, facendo riferimento agli appezzamenti privati curati dagli schiavi come atti di resistenza e sopravvivenza - un'antitesi della piantagione monoculturale. Densamente piantumato e ricco di biodiversità, il “giardino creolo” favorisce uno spazio discorsivo di liberazione, possibilità e molteplicità. Creato da artiste di diversa estrazione – arte visiva, storia e coreografia – il progetto metterà in atto una filosofia di partecipazione, collaborazione e solidarietà interdisciplinare.

Collegando le idee di ecologia, decolonizzazione, diaspora e migrazione, le artiste-curatrici costruiranno un giardino di piante native africane, che cresceranno nella sala principale del palazzo per tutto il periodo della mostra. Il progetto propone il suolo come vettore di impegno decoloniale ed ecologico, capace di sostenere la crescita e archiviare le tracce della violenza storica, collegando passato, presente e futuro, politica della terra, storia, corpo e identità. 

Il giardino ospiterà un’installazione sonora, sculture, danza/performance, laboratori ed eventi partecipativi. Insieme, queste componenti creeranno uno spazio transdisciplinare di sperimentazione, incontro e possibilità collettiva. ‘ Greenhouse’ si baserà su quattro azioni:  Giardino (Installazione, Spazio, Tempo);  Archivio Ambulante (Suono, Movimento, Performance),  Scuola (Educazione, Storia, Rivoluzione);  Gruppi (Pubblico, Comunità e

Pubblicazione).

'Greenhouse' segna due anniversari: il centenario di Amílcar Cabral (1924-73), leader anticoloniale e agronomo di Guinea-Bissau, fondamentale per l'indipendenza del Paese nel 1973, e il 50° anniversario della Rivoluzione dei Garofani che depose la dittatura portoghese il 25 aprile 1974. Sottolineando le storie e le identità composite che sono emerse dal colonialismo e dalle lotte di liberazione , ‘Greenhouse’ propone azioni che mettono in atto solidarietà radicali e decoloniali e sfidono le norme monoculturali della nazione, del sapere e dell’agricoltura.

Il Padiglione scardina le convenzioni gerarchiche, incoraggiando modalità fluide di produzione artistica fondate non sui binari di teoria e pratica, artista e curatore, ma sulla loro interconnessione. Il progetto trasforma lo spazio espositivo in uno spazio di azione e dialogo.Invece di un’esperienza statica, propone la creazione di un’"archivio ambulante". Il giardino sarà attivato durante il periodo della mostra, diventando un luogo di azione collettiva e di cura, dalle molteplici possibilità e di pedagogia.

Il Padiglione del Portogallo, concepito per la prima volta da tre donne, propone l’emergere di varie coreografie basate sull’incontro e la collaborazione tra pubblico, comunità e artisti, in risonanza con il tema della Biennale Arte 2024, Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere.

Inoltre, ‘Greenhouse’ sviluppa un programma di assemblee con curatori ospiti e artisti provenienti da Angola, Benin, Brasile, Cabo Verde, Cile, Francia, Nigeria, Stati Uniti e Arabia Saudita, promuovendo il pensiero critico attraverso la partecipazione collettiva e l’interazione.

La Rappresentanza ufficiale portoghese è commissionata dalla Direzione generale delle Arti (DGARTES).